Videoarte
Mostre:
- Sala Beckett per l’Obrador de filosofia, dal 18 al 20 giugno 2021 – Barcellona, Spagna
- Librairie Ombres Blanches dal 18 al 30 marzo 2023 per XXVI Rencontres Internationales Traverse, Variabilités en échos – Tolosa, Francia
Quante volte noi donne abbiamo pensato di essere “causa della guerra”, quante volte siamo state schiacciate dal macigno del senso di colpa, dal peso di dover espiare colpe che neanche ci appartengono. Troppo spesso veniamo portate a credere che i problemi si possano risolvere solo col nostro sacrificio e che la nostra vita scorra in relazione a quella degli uomini. La società non ci riconosce come individui con specificità, desideri, aspirazioni. In Italia i giornali ci descrivono in relazione alla nostra funzione di madri, mogli, figlie per ricordarci che “apparteniamo” a qualcuno e che questo qualcuno è sempre un uomo.
Nella leggenda del Ratto delle Sabine raccontata da Tito Livio (“Ab Urbe condita” libro I, cap. 9-13), in cui si narra della nascita di Roma, le donne sabine rapite, abusate e trattate come oggetti di procreazione, si frappongono nella battaglia tra romani (i loro mariti) e sabini (i loro padri) e invocano la tregua prendendosi responsabilità che non avevano (“nos causa belli sumus”) e sottolineando per amor di pace che loro appartengono ad entrambi in quanto mogli e figlie. Questo retaggio antico perdura ancora oggi. Dobbiamo estirpare il senso di colpa, dobbiamo pretendere narrazioni giuste e pretendere di essere osservate al di là dei nostri corpi, oggetto perenne di desiderio possessivo e malato.
Non apparteniamo a nessuno se non a noi stesse.
Commissionato da Úrsula San Cristóbal per il Obrador de filosofia de la Sala Beckett. Barcelona. Progetto su desiderio e violenza di genere. Stagione 2020-21
Si ringraziano:
Anna Maria Massetti
MariaPia Massetti
Francesca Pes
Sabrina Putzulu
Michele Salis
Daniele Scano
Silvana Serrau
Paola Sirigu